lunedì 1 dicembre 2008

Amor di Roma



La nostalgia delle nuvole piu' grigie cariche della pioggia di fine autunno
si appaga proprio nella citta'dove non c'e' mai stato bisogno di temporali
Si ritorna sempre sul luogo del delitto
E se il postino suona sempre due volte
allora basta chiedersi cosa ti riporta sulla terra dove hai messo radici e dalla quale te ne sei andato per tornarci e rimareci un istante sufficiente a riempire quei vuoti che cercano sempre un lampo di eternita'
Bruciato ancora dal sole delle terre desolate dell'altro continente, svuotato troppo presto dall'allegria piu' triste che circonda il vuoto di uno scheletro con un cappello da sombrero mi accingo a raccogliere le mie ultime cose tra una bambino che non smettera' mai di piangere perche' di dormire non ne vuole sentir parlare, una madre che forse ancora troppo giovane a volte si dispera per averlo messo al mondo ma che non ne puo' fare a meno, un nonno che ritrova la sua perduta giovinezza e chicchi di grandine che sembrano distruggere l'intera citt'a sulla quale sono atterrato. Non mi e' mai stato facile ritrovarmi in questa citta', in nessuna citta'. Ad un certo punto ho sempre voluto perdermi. Dimenticarmi per poi ricordare tutto. I sanpietrini di trastevere erano la' ad aspettarmi, i trasteverini di sanpietro sono convinti che il Papa li abbia presi per il culo. Ma le strade che sembrano perdersi in indefiniti viali del tramontonon mi fanno accrogere che ho una scarpa slacciata. Cammino, attraverso ponti che da millenni resistono a qualsiasi tipo di catastrofe, mi chiedo quanto altro ancora c'e' la' sotto, ad otto strati di terra dal mio. Roma mi ha detto che sara' semrpe qui, ad aspettarmi, a braccia aperte, anche se con le mani un po' sudicie. C'era da non fidarsi prima della gente che ti passava davanti e che ti sorrideva fino a quando smettevi di essere uno di loro. C'e' da fidarsi ora, guardando queste nuvole che ricoprono il cielo di una citta' che non finisco mai di riscoprire, quel cielo stesso di un dicembre che sta preparando nuovi Panettoni e Alberi di Natale imbottiti di falsa felicita' e deprimente bonta'. Il postino ha bussato all'assassino, che e' ritornato sul luogo del delitto e dal quale presto se ne va. Saluto chi non potro' salutare ora, col mio solito cenno del capo, strizzando l'occhiolino, guardando in alto a questo cielo dove le rondini emigrano in posti piu' caldi, che neanche i clandestini si immaginano. E spero, che la Felicita' non sia solo uno stato mentale dove per entrarci sia necessario il passaporto dell'Illusione. Amor Vincit Omnia . Ma di lucchetti a Ponte Milvio non ne voglio proprio sentir parlare.







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