lunedì 1 dicembre 2008

Amor di Roma



La nostalgia delle nuvole piu' grigie cariche della pioggia di fine autunno
si appaga proprio nella citta'dove non c'e' mai stato bisogno di temporali
Si ritorna sempre sul luogo del delitto
E se il postino suona sempre due volte
allora basta chiedersi cosa ti riporta sulla terra dove hai messo radici e dalla quale te ne sei andato per tornarci e rimareci un istante sufficiente a riempire quei vuoti che cercano sempre un lampo di eternita'
Bruciato ancora dal sole delle terre desolate dell'altro continente, svuotato troppo presto dall'allegria piu' triste che circonda il vuoto di uno scheletro con un cappello da sombrero mi accingo a raccogliere le mie ultime cose tra una bambino che non smettera' mai di piangere perche' di dormire non ne vuole sentir parlare, una madre che forse ancora troppo giovane a volte si dispera per averlo messo al mondo ma che non ne puo' fare a meno, un nonno che ritrova la sua perduta giovinezza e chicchi di grandine che sembrano distruggere l'intera citt'a sulla quale sono atterrato. Non mi e' mai stato facile ritrovarmi in questa citta', in nessuna citta'. Ad un certo punto ho sempre voluto perdermi. Dimenticarmi per poi ricordare tutto. I sanpietrini di trastevere erano la' ad aspettarmi, i trasteverini di sanpietro sono convinti che il Papa li abbia presi per il culo. Ma le strade che sembrano perdersi in indefiniti viali del tramontonon mi fanno accrogere che ho una scarpa slacciata. Cammino, attraverso ponti che da millenni resistono a qualsiasi tipo di catastrofe, mi chiedo quanto altro ancora c'e' la' sotto, ad otto strati di terra dal mio. Roma mi ha detto che sara' semrpe qui, ad aspettarmi, a braccia aperte, anche se con le mani un po' sudicie. C'era da non fidarsi prima della gente che ti passava davanti e che ti sorrideva fino a quando smettevi di essere uno di loro. C'e' da fidarsi ora, guardando queste nuvole che ricoprono il cielo di una citta' che non finisco mai di riscoprire, quel cielo stesso di un dicembre che sta preparando nuovi Panettoni e Alberi di Natale imbottiti di falsa felicita' e deprimente bonta'. Il postino ha bussato all'assassino, che e' ritornato sul luogo del delitto e dal quale presto se ne va. Saluto chi non potro' salutare ora, col mio solito cenno del capo, strizzando l'occhiolino, guardando in alto a questo cielo dove le rondini emigrano in posti piu' caldi, che neanche i clandestini si immaginano. E spero, che la Felicita' non sia solo uno stato mentale dove per entrarci sia necessario il passaporto dell'Illusione. Amor Vincit Omnia . Ma di lucchetti a Ponte Milvio non ne voglio proprio sentir parlare.







sabato 25 ottobre 2008

di nessunaltro

non abbiamo bisogno di nessun altro
persi nelle nostre memorie
ma sicuri di quello che ancora non vorremmo mai vedere
non abbiamo bisogno di nient'altro
se non di quel bicchiere in piu' per dimenticare chi siamo
non abbiamo bisogno di nessun'altro
anche se poi quando ci rinchiudiamo
nelle nostri solitudini
ci manca da morire l'odore di quel cibo dimenticato
che sono ormai anni che non assaggiamo
non abbiamo bisogno di far finta di niente
perche' oramai sappiamo gia' tutto
e ci sentiamo stretti stretti
a indossare la stessa persona
non abbiamo bisogno di parole
pero' se a volte ci fermassero
per sapere come ci sentiamo
ti amo ti amo ti amo ti amo!
e non abbiamo piu' bisogno di sapere
anche se quel libro che hai letto
se l'avessi letto io
avrei capito molte piu'cose di me
e non abbiamo piu' bisogno di credere
pero' poi quando ci manca la fede
disperati ci appelliamo al nostro dio
sperando che sia online
non abbiamo bisogno di altri elogi
perche' ad adorarci ci pensiamo gia'noi stessi
e non abbiamo piu' bisogno di altri sogni
perche' la sveglia che mettiamo
suona sempre in anticipo
e non abbiamo piu'bisogno di innamorarci
anche se poi ci sciogliamo
quando ci guardano in quel modo
e non abbiamo piu' bisogno di distruggerci
anche se la vita ci annoia da morire
e non abbiamo piu'bisogno di favole incantevoli
il finale e la morale sono solo per gli adulti
e non abbiamo piu' bisogno di stranezze
la normale adeguatezza ci riempie di dolcezze
non c'e' neanche piu' bisogno di scrivere
anche se queste parole e queste righe
forse un giorno chissa' quando
troveranno miglior fine
in un punto come questo .

sabato 18 ottobre 2008

C'era un volta e c'e' ancora in Messico




Tamburi di latta assordanti ripetono il ritmo tribale
in onore di un santo di fede fin troppo conosciuta
maschere di giaguari e di guerrieri di un tempo lontano
si mischiano a canti in onore della vergine povera e negra
saltano e ballano sparano dentro la chiesa
si ammazzano poi raccolgono gli ultimi rifiuti di strada
ripetono suoni assordanti mischiati alla polvere che acceca
una fila infinita di pellegrini assetati e sudati
neonati coperti di lana fino al collo
per miracolo respirano
per caso non muoiono
fedeli pagani cristiani del culto dei cani e dei galli
il crocifisso li guarda sorpreso
e suda gocce di sangue e tequila
le donne abbondanti e ripiene di carne grassa
celebrano con facce stanche e tristi la festa
sparano si ammazzano poi sparano in aria
i conti in sospeso non finiscono mai
per le strade si perdono la polvere acceca
il mercato vende di tutto ma non c'e' piu' tempo
i clown che prima ridevano allegri
ora hanno le loro pistole puntate
ridono ancora ma diversamente da prima
finita benzina, si sente lo stesso odore di mais
caccia al gatto nero che porta sfortuna
vogliono anche l'europeo che fa le fotografie
ai corpi addormentati sulla strada e ripieni di fango
la polevere acceca
la vergine illumina
il santo protegge
il guerriero e' nudo
un mariachi che salva la terra di nessuno
solo con la sua chitarra
e la sua assurda uniforma da perfetto idiota
sono i baffi a fare la differenza
o e' questo fungo che rende questi uomini
allucinati e privi di senso?
la magia che passa da qui
appare attraverso la faccia di un bimbo
con la faccia da uomo segnato
che ti lava un vetro di macchina
per soli 2 pesos o magari un amaro rifiuto

giovedì 25 settembre 2008

Giornata Tipo

Non c'e' mattina in cui non mi svegli con lo stesso allarme: e' la suoneria polifonica del suo cellulare, un ritornelo che si ripete ogni cinque minuti . Un coro di voci che scandiscono un ritmo pop. Ci alziamo insieme. Va sempre a farsi una doccia. Io quasi sempre.
Appena in piedi, dalla finestra si sente un'altra cantilena che si ripete . Il coro sembra identico a quello della suoneria polifonica del suo cellulare. Invece sono quelli del gas.
Preparo un avanzo di caffe' italiano oppure un solubile di dubbia qualita', sentire il rumore del Phon che asciuga i suoi capelli e poi esco.
Al negozietto a fianco entro e suona un campanello d'avvertimento. 'Buenos dias, que te doy?'. Compro i soliti biscotti freschi per la colazione, una bottiglia d'acqua che qui dai rubinetti meglio non bere e due pacchetti di Montana da 20.
Il tempo di fare colazione insieme e alle 9.15 gia' ci salutiamo.
In un attimo la porta di casa si chiude e mi chiude dentro e subito dopo sento la portiera della TSURU aprirsi, richiudersi e poi il motore ingranare la marcia e partire. Ancora con mezza tazza di caffe' solubile da terminare.
Al suono di campanacci in strada mi precipito a prendere i sacchi di immondizia preparati la notte prima; vengono a prenderseli quelli dei campanacci.
Mi siedo sul sofa, ho una nuova lezione da preparare. Prospettiva, Anatomia, Inquadrature, Equilibrio della tavola, studio dei personaggi. Entusiamante, per alcuni. Due palle, per me.
Le nuvole in cielo si fanno minacciose. Il gatto, dopo il saluto miagolante mattutino, si raggomitola sul sofa e , beato lui, torna a dormire. Mi siedo. Dio, che dolore!Una fitta alla pancia. Anzi due. Tre. Corro in bagno non senza prima prendere iul libro di Astrologia Karmica o il Pais Semanal e scarico. Costipato dall'imperdonabile Vendetta di Moctezuma. Dopo quindici minuti sono fuori dal bagno. Riprendo a prepararmi la lezione ma non mi va. Accendo la TV:, abbiamo il satellite incluso con internet.
ZAP, CNN edizione messicana:nuovi arresti di narcos, manifestazioni antiviolenza in tutto il Paese e intervista speciale al Ramirez di turno. ZAP. Retro Channel: mi becco 'Gli Uccelli' perche' da due settimane c'e' una rassegna su Hitchcock. ZAP,Deporte: ennesima replica dell'ultima finale di Coppa Libertadores (Champions League locale) ; a seguire, Inter-Catania.Non ci credo. Moggi arriva pure qua. A seguire, gran finale di Baseball Americano e Futebo'l.
ZAP, VH80'Channel: tutti i video anni '80, canzoni andate perse risuscitano. Spandau Ballet, Boy George e Cindy Lauper si alternano a U2, Depeche Mode e colonne sonore varie.
ZAP. Soap Opera messicana con tanto di cardiopalma melodrammatico con Ramira che ama Rodrigo per o Benitez da Sosa non vuole dare in sposa sua figlia Estrella a quel criminale di Don Diego.
ZAP. Golden Channel: Good Bye Lenin. In spagnolo. Fastidioso. E anacronistico.
Fuori inizia a tuonare . Preparo 2 peudotappeti di cotone per provare a far assorbire l'acqua che entrera' dalla porta per via della pioggia. Scuoto i tappeti. cade un ragnett onero, dal corpo formato da 2 pallette.E' una vedova nera. Meglio ammazzarla prima che ammazzi me.
Il gatt ocontinua a dormire. So che tra un po' di ore si svegliera' e mi assillera' finche' non gli avro' dato da mangiare.
ZAP. Canale 33: rassegna trash di musica popolare messicana, baffuti cappelloni improvvisano patetiche e stonatissime canzoni d'amore. A seguire: video di Ramazzotti e Ricky Martin o Tiziano Ferro che cantano in spagnolo.
ZAP. 'Los Simpsons' .Anche qui. La voce del poliziotto che non mi ricordo mai come si chiama e' meglio doppiata nella versione italiana. Non mi fanno ride. A volte si pero'.
ZAP. CNN edizione americana: duello McCain -Obama, chi e' in testa? A seguire, speciale sull'Uragano Charlie, che arriva dopo l'Uragano Dolly che c'e' stato dopo l'uragano Ike che c'e' stato dopo l'uragano Ciccio. A seguire, speciale elezioni, Mc Cain- Obama con intervista speciale ai due candidati alla presidenza e speciale sulla elezioni che deermineranno chi sara' il presidente d'0america. Per concludere, specialissimo sulla vita privata delle mogli dei candidati.
Mi alzo. Prendo un bicchiere d'acqua dalla spina che sta sopra il frigorifero. Mi rifa' male la pancia. Moctezuma non perdona. Ti illude ma non ti perdona. Scarico. Ritorno sul sofa.
ZAP, National Geographic Channel: 2 mosche che copulano e forse simulano l'orgasmo.
ZAP, Biography Channel : la vita dei fondatori di Goggle. 'E sticazzi' aggiungo io.
ZAP. Notiziario locale. Nuovo piano per lo sviluppo della citta' ,peccato che abbiam operso i fogli sui quali lo avevamo scritto. ZAP, ennesimo film con Sandra Bullock, una vera e propria persecuzione mediatica. Non ho niente contro la Bullock. Almeno fin quando sono arrivato qui in Messico. Spengo la TV.
Dovrei riprendere con la lezione da preparare, ma non mi concentro.
Da fuori, sulla strada di casa, la voce 'Los Tamales!Los Tamaleees!' accompagna un carretto; e' una signora che vende una roba buona da mangaire tipo fagottini di polenta ripieni di carne. Los Tamales, appunto. A volte li compro. Sento rientrare la Tsuru. Capisco che sta rientrando a casa dopo aver sentito il freno a mano tirato. Dal suono inconfondibile. Finalmente. Rientra. Che ci mangiamo? Buona domanda. Quesadillas o spaghetti? meglio un bell'Aroz de Povo, o magari teniamocelo per la cena, pero' vai a comprare il pesce per stasera e un po' di verdure. Abbiamo tre ore per noi. Ma volano. Neanche fossero 3 minuti. E infatti e' gia' dentro la Tsuru e ha gia' chiuso la porta. Io sono dentro casa. Come stamattina.
Vado a comprare il pesce . 'Que te doy amigazo!' mi fanno. Ne ordino un kilo. 'e' vero che le donne messicane sono le piu' belle? ' mi chiedono. Ed io: 'Finora non mi pare proprio' rispondo. Dieci su undici superano anche il livello minimo di accettazione estetica. Superano nel senso che fanno davvero vergognare il minimo senso estetico. Macchissenefrega dell'estetica direte voi. Forse quelli del negozio della carne che pero' vende pure pesce se la sono presa. Il sorriso da aperto si e' fatto stretto stretto come quei parenti stretti che non si sopportano. Esco in fretta dal negozio. con la busta di pesce in mano. E me ne vado a comprare le verdure dal fruttivendolo che ha la faccia da criminale. Sta per piovere, ma voglio fare ancora un salto al mercato; ho dei pantaloni da comprare e magari trovo un bel dvd usato ad un euro. Ma l'odore di mais e tacos e' insopportabile. Quasi vomito. Dietro l'allegria messicana c'e' un infinita tristeza. Dietro ogni sorriso c'e' un grande o sinistro dolore. Rientro a casa. Il gatto e' gia' sveglio. Pronto a rendermi la vita di casa piu' rumorosa e movimentata finche' non gli daro' da mangiare. Provo a concentrarmi a preparare sta benedetta lezione. Non mi va, Anzi . Mi riviene fame. Se Moctezuma non fara' il furbo, forse mi comprero' una bottiglia di Fanta Lemon, 3 tramezzini queso-jamon e un pacchetto di chips con chili. Forse in questo modo il tempo mi dara' l'illusione che passi piu' in fretta. Cosi' quando tornera' stasera invece di cucinare, potremo ordinare un sushi take away con the' o una pizza familiare meta' peperoni e chorizo e meta' champignons e mozzarella.

Guadalajara, Jalisco, Mexico

mercoledì 24 settembre 2008

Visioni Previsioni Munizioni e Premonizioni

Un coyote che si nasconde dietro un'agave non merita la risata di una iena...ma una ninfa che raccoglie il naufrago dall'abisso non lo lascera' mai perdersi invano...





Finche' l'Aquila terra' a bada il Serpente non ci saranno ne' vincitori ne' vinti, ma anche ilSerpente dovra' pur strisciare...


chi dorme non piglia insonnia...
chi ha sonno non vede il sole...chi ride non teme il peggio..chi teme l'acqua risalira' gli abissi..messico..messico...que Pobre Pueblo Gordo que eres!

Oracolo


Divinami, o india,
i sogni di eroi vagabondi
che restarono in gabbia
riportami, o vecchia,
in quella valle dell'Eden
dove tutto si perde
e niente si spiega
ma come una forza invisibile
riempie di estasi i miei giorni di noia.

venerdì 12 settembre 2008

Black Widow

Vieni in Messico, la terra dei Maya
Vieni in Messico, ricordo indelebile Azteca
e delle grandi ed eterne rovine
Vieni in Messico, la terra delle spiagge meravigliose
Vieni in Messico, dove i mariachi son pronti a suonare
una gran serenata
per la donna tua amata
Vieni in Messico, dove todo es barato
dove i galli combattono
e i pitbull si ammazzano
Vieni in Messico, a bere tequila
e a provare il Peyote
Vieni in Messico,
e a Cancun incontrerai gli europei
Vieni in Messico, a indossare il sombrero
e farti crescere i baffi
Vieni in Messico, dove nessuno fa niente
e non arriva mai in tempo
Vieni in Messico, dove i negozi non aprono
quando hai bisogno di loro
Vieni in Messico, dove la gente sorride
ma nasconde una maschera
Vieni in Messico, dove non c'e' evoluzione
ma c'e' tanto degrado
Vieni in Messico, dove i gatti son demoni
quindi meglio investirli
Vieni in Messico, dove l'acqua fa schifo
ma la birra che buona che e'!
Vieni in Messico, dove c'e' il culto di Cristo
ma la Santissima Morte guarda da ancora piu'in alto
Vieni in Messico, dove c'e' il narcotraffico
e se esci di casa, meglio pregare
Vieni in Messico, dove la policia federal
fa piu paura di un criminal
Vieni in Messico, dove la vita notturna
e' piena di vita e di divertimento
puoi scegliere il posto e la chica che vuoi
se ti lava anche i vetri e' meglio per voi!
Vieni in Messico, ma stai solo attento
e guardati intorno, perche' il Messico e' bello
ma una Vedova Nera ti sta camminando sul collo...

mercoledì 10 settembre 2008

Apocalypse Show

mi aggrego ai gruppi che non mi appartengono
mentre fuori tra un giorno si celebra l'anniversario dell'Apocalisse
Straccioni Poveri stracolmi di ossessioni superstiziose
invocano dei che puniscono creature innocenti
per lavarsi le mani dal peccato originale delle loro ipocrisie.
Si muore una volta ma c'e' chi muore migliaia di volte
A parte i bambini, donne e uomini recitano a dovere
la parte che si son preparati
prima che si celebri per la settima volta
la perdita terminale del Potere che poi si e' vendicato sull'uomo impotente
I fili di Alta Tensione cantano Hallelujah a chi li tocca per primi,
perche' chi tocca muore e non ci sono vinciori ne'vinti
Gnostici credenti della via eterna ,
Pagani rituali di cicli ripetitivi,
reincarnatori del male in corpi assuefatti,
Imprenditori Integralisti del Nuovo Marcio che avanza,
venditori di macchine, mercanti di idee,
sfruttatori di emozioni e manipolatori di teste
sono invitati a celebrare per l'ennesimo anno
la Favola che cambio' per sempre il mondo
Non sta a me giudicare il fatto,
ne' sta a voi sentenziare il Fato
La Santissima, quando bussa anche alle porte
dei derelitti assetati di un potere malsano,
non fa sconti a nessuno..
L'odore di brace che arde dal campo la'fuori
non mi fa respirare quello che ho dentro,
mi distrae, mi acceca mi abbatte
e poi mi solleva..
un lupo che ulula e' come un gatto che miagola,
ma un simbolo altro poi che cos'e'
se non una goccia illusoria per allungare il respiro?
Arrabbiati, Offesi, Feriti,
Morti dentro ma non ancora fuori,
Irati, Senza Parole ma con ben poco da dire,
ci ritiriamo ogni volta nei nostri cunicoli bui
delle stanze angoscianti preparate dalle nostre emozioni
Parole di vento che fumano, fumano e mai arrostiscono
E su Google Earth c'e' gia' la mappa delle mie solitudini..
Ma non Tu, almeno non Tu,
non lasciarmi mai andare, non slegare mai una Catena
che neanche i Burattinai piu' astuti riusciranno mai a sciogliere
Fino alla prossima via, fino alla prossima lacrima,
fino al prossimo perche', fino al prossimo stato di noia,
fino ai prossimi anni, fino alla prossima reincarnazione,
fino alla prossima nascita, Fino alla prossima Apocalisse.

Guadalajara, Jalisco, Mexico, ore 7.34pm

lunedì 1 settembre 2008

sessantavolte 60

sessantavoltesessanta
per dire addio o forse arrivederci a questa terra
sessanta giorni sessanta
per ripartire dal Paradiso Perduto
sessanta battiti sessanta
per poi capire che in fondo
se non vivi non ami
e se non sogni non vedi
sessanta volte un giorno intero
per attraversare l'oceano
e tasferirmi nel continente
da cui me ne sono andato
le anime desolate di Avenida Copernico
sembrano piccole amebe in movimento quasi stordito
e le strade che ancora attraverso
hanno lasciato vittime e corpi sull'asfalto
non importa farsi i film su come sara'
e meno importa sapere cosa e' stato
ma troppo facile pensare che restera' sempre cosi'
i rumori dei quotidiani blablabla
sono lontani ma sempre pronti ad assalirmi
in un'imboscata programmata ad arte
sono anni che non sto zitto dentro
sessanta volte sessanta
sessanta volte Tu
sessanta volte Me
sessanta volte la mia mano nella tua
sessanta volte il tuo respiro accanto al mio
sessanta volte i tuoi occhi sui miei
sessanta volte e poi
L'Eternita'
per Noi.

martedì 12 agosto 2008

alternativamente stanco

e se il pacchetto da dieci costa di meno
me ne compro due cosi e' come se ne fumassi uno da venti
poi dare da mangiare a chi a fame non sempre fa bene
poi le cure per il colesterolo chi gliele paga
mi trovavo ad attraversare un torrente
di acqua di tombino
dalle parti di avenida copernico
mi chiedevo se il pesce puzza davvero
o se e'soltanto colpa del suo dualismo
ritornare nei post che mi hanno visto crescere
esprimermi con una fonetica cyber
per non essere scorretto nei confronti del mouse
se per caso un uomo mi chiedesse
quanto tempo pensi ti rimane?
non esiterei a rispondergli
e sicuro di me stesso
gli direi che non lo so
se mio figlio mi chiedesse
qual'e' il senso della vita
gli risponderei che prima dovrei pensarci
a fare un figlio
ho mangiato un bel piatto di polpette
che soddisfano l'appetito
ma ti lasciano l'amaro in bocca
anche se non hai dormito bene
c'e' chi aspetta l'assegno
per non piangere da solo
e c'e' chi aspetta un sogno
per ammazzare il tempo perso
ma ora basta che non ne ho voglia
di queste chiacchiere interinali
quando arriva la mia bella
mi faro' ben bene la barba
montero' sulla sua macchina
giusto in tempo per partire
ed andare a far benzina
quando il gatto dice ciao
non sta bene perche' quello
che si impara dagli umani
ti fa essere una bestia inferocita
lascia perdere il palazzo
e dai fuoco alla poltrona
ma il divano quello no
quello lasciamelo intatto
che oggi voglia non ne ho
e di farmi un pisolino
ci sto proprio gia' pensando.

Guadalajara, Jalisco, Mexico ore 20.58

lunedì 4 agosto 2008

cliche'

l'u0mo maturo
la donna matura
il bamboccione
la bambolona
la cabriolet
lo status quo
la filigrana
il conto in banca
la playstation
la memoria virtuale
la memoria andata persa
l'anagrafe
il nome col cognome
i ragazzi in gamba
le ragazze monelle
i ragazzi scapestrati
le ragazze serie
la psicanalisi
la fotosintesi
il complesso di edipo
il complesso rock
l'amplesso simulato
il cartellino giallo
l'espulsione per doppio fallo
l'aquila reale
la cacata di piccione
l'astrattismo
il tratto pen
l'olio su tela
l'olio di ricino
la carta igienica
l'arte concettuale
il misticismo
l'eremita
lo spirito santo
il padre e il figlio
e la ragazza madre
adamo ed eva
il peccato originale
la mela proibita
le pere di eroina
ed i pomodori ogm.
l'anticomunismo
l'antifascismo
il totalitarismo
il pacifismo
e il buonismo.
il benpensare
i lavori forzati
gli spacciatori di droga
e gli spacciatori di cazzate
i primi ministri
le prime minestre
i capi di governo
i massoni e i mafiosi
dolce e gabbana
calvin klein
e i palloni cinesi
le olimpiadi a pechino
i 5 anelli
e la sposa fedifraga
il marito obbediente
il soldato servile
la sacra patria
la vittoria del bene
il video su internet
il prete voglioso
la monaca frustrata
la scuola allagata
la legge porcata
la casa a due piani
i centri sociali
i precari
i salari
i militari
gli spari di sopra
e i vicini di sotto
beppe grillo
travaglio
calderoli e berlusconi.
un viagio low cost
la crociera alle hawauii
terrorismo islamico
democrazia nera
guerre umanitarie
criminali di guerra
e criminali di pace
vili virili
e umili servili
pasta al pesto
sugo con chili
polo arrosto
e pizza margherita
l'orgolglio nazionale
il pacchetto da dieci
il fumo uccide
il mutuo s'accende
la banca di fiducia
il teatro sperimentale
l'avanguardia nazionale
il monumento ai caduti
la medaglia all'onore
il farmaco che cura
l'omeopatia
stregoni e shamani
puttane per strada
clienti affamati
strade infuocate
la schiuma dei lavavetri
il caffe' corretto
l'oroscopo
la filosofia
il principe azzurro
la donna incompresa
il bimbo che cresce
il pannolino che puzza
il pesce che parla
lo zingaro rom

(d)io

in una fredda notte di gennaio
ho incontrato dio
in un internet cafe'
ero la' per scaldarmi dalla neve del nord
l'hoi ncontrato per caso
stava passando il tempo prue lui
come me
poi visto che mi stava simpatico
ho chiesto a dio
il suo indirizzo email
non me lo voelva dare
dio non e' cosi' confidente come puo' sembrare
qualche tempo dopo
come se non bastasse
rincotnro dio
questa volta in una festa
c'e' tanta gente che mangia parla balla e beve
lo incontro in una stanza
sdraiato sul letto, seminudo
ci ritroviamo a fare l'amore
avvinghiati l'uno nell'altro
gli offro un bicchiere di birra
mi dice che beve solo roba forte
gli dico che io e lui ci siamo gia' incontrati
lui evita di ricordarlo
poi d'improvviso
sparisce
fino a quando non lo rincontro
mesi dopo
all'aeroporto di una citta' mesoamericana
lui arriva metnre io sto telefonando da una cabina
e incredibilmente mi bacia
sono quasi imbarazzato
gli vorrei dire 'ehi dio ma che fai? non vedi tutta la gente qua in mezzo'
salgo nella sua macchina , salgo nella macchina di dio
sono talmente confuso che mi accendo la sigaretta dalla aprte sbagliata
dio mi dice che e' bene che tiri giu' il finestrino se non voglio crepare di caldo
mi lascia da qualche parte, la macchina me la ricordo ancora
perche' spesso ritorna e mi fa fare tanti giri
ogni tanto lo rincontro dio
l'ultima volta stava fingendo di chiedere elemosina
sul ciglio della strada agli automobilisti
mentre tempo fa' l'ho visto dare ordini
a un rottweiler di fare la guardia al suo villino
poi nel week end lo incotrno che sta facendo shopping
al centro commerciale
l'altra volta mi ha confidato
che si e' fatto un video su youtube
ma non ci vado a vederlo
dio spesso e' irritante, mi indispone
soprattutto quando mi dice che devo mangiare piu' lento
a volte e' insopportabile
soprattutto quando non si lava i piedi
il suo odore appesta ogni angolo di casa
dio va preso per quello che e'
ma va preso pure un po' per il culo
altrimenti si sente onnipotente come dio
dio appare e scompare quando gli apre
pero' a volte lo incontro
pero' a preparargli il caffe'
la mattina quando si alza
sono sempre io.

venerdì 1 agosto 2008

Cambio

Cambio
Cambio mentalita', cambio
e mi rifaccio un'idea
Cambio
cambio donna, cambio
e mi rifaccio la barba
Cambio
Cambio Paese, cambio
e mi rifaccio una casa
Cambio,
cambio orologio ,cambio
e mi rifaccio le tette
Cambio
cambio partito, cambio
e mi riprendo la tessera
Cambio
cambio musica, cambio
e mi rifaccio l'Ipod
Cambio
cambio computer, cambio
e mi rifaccio il nickname
Cambio
cambio famiglia, cambio
e mi rinchiudo in camera
Cambio
cambio piatto, cambio
e me ne resto chiuso in bagno
Cambio
cambio macchina, cambio
e mi rifaccio l'autoradio
Cambio,
Cambio sesso, cambio
e mi adotto un bambino
Cambio
cambio colore, cambio
e me ne vado al solarium
Cambio
cambio squadra, cambio
e mi rifaccio l'abbonamento
Cambio,
cambio canale, cambio
e mi rifaccio il tetto e l'antenna
Cambio,
cambio identita', cambio
e mi rifaccio una vita
Cambio,
cambio me stesso, cambio
e mi rifaccio di nuovo.
Cambio,
cambio farmaco, cambio
fino ad una nuova
overdose di me.

Guadalajara, Mex, 11.05 am

martedì 22 luglio 2008

Favole

quante favole ci hanno raccontato
per essere diventati quello che siamo?
e quante altre ne dovremo sentire
per aver paura di quello che saremo?
a quante storie abbiamo creduto
per dimenticare che una volta
un'anima l'avevamo?
quante lacrime abbiamo versato
per sperare in un sorriso?
quante parole abbiamo sprecato
per credere che eravamo qualcuno?
e quante ancora ne sprecheremo
sperando che qualcuno le ascolti?
quanti giorni abbiamo vissuto
credendo che la vita
fosse quello che vedevi ad occhi aperti?
e quante notti abbiamo buttato al vento
credendo che sognare fosse solo tempo perso?
quante volte diciamo ti amo
avendo coscienza di queste 2 fragilissime parole?
quante facce abbiamo ricordato
per dimenticare la nostra?
quante volte abbiamo fatto l'amore
e quante volte abbiamo solo fatto finta?
quanti giorni restano da vivere
e quanti ancora perderemo?
il sentiero che percorri non ha meta
ma se segui la fragile linea del cuore
e bruci nell'istante dell'istinto
senza dimenticarti di esser vero
allora sara' possibile
prendere a calci in culo la morte
cantando

Guadalajara, ora locale 8.22 pm, in un caldo martedi' di luglio

lunedì 14 luglio 2008

Dolci ed Inquieti Ritorni

Guadalajara, ore 5.09pm

5 giorni
5 giorni che sembrano 5 anni
sono ritornato in questa terra
dopo un mese di italia
un'Italia in cui non mi riconosco
un'Italia caduta troppo in basso
tra ministri veline
e presidenti in celluloide
sono ritornato quassu'
in Messico dove adesso piove
mentre da voi si muore di caldo
sono extracomunitario ora
immigrato dall'altro continente
per fortuna sono nato e cresciuto
nella terra che ti promette bene
sono extracomunitario ora
e se tra 6 mesi non mi rinnovano il permeso
mi mandano via come un rumeno qualsiasi
come un senegalese qualunque
come un chiunque polacco
sono un extracomunitario
ma per fortuna qui in messico
non ci sono arrivato con il gommone
e per fortuna gli extracomunitari europei
quassu' sono trattati bene
mica come queli che vengono da noi
sono ritornato
in america,meglio in mesoamerica
per rimangiare tortillas e tacos
per bere cerveza e per la Santissima Morte
che qui tutti venerano
sono ritornato perche' qui tutto costa poco
sono ritornato perche' qui c'era un'alma che mi aspettava
e un gatto nero che mi mancava
sono ritornato
perche' da voi non riuscivo piu' a starci
non riuscivo piu' a sentirmici a casa
sono ritornato quassu' nel messico
merche' quello che dicono di questo paese
e'si in parte vero
ma tanto altro non si racconta
sono ritornato
per vivermi un sogno
finalmente viverlo
e mai piu' sognarlo
inquietamente mi aggiro per questa citta'
mi perdo e mi ritrovo tra le braccia
della luna e del sole che mi attravresano i giorni
un giorno ritornero' a trovarti, italia che non mi manchi
ma ora lasciami pure seduto su questo divano
a sentire la pioggia che cade e inonda le strade
a sognare ed aspettare il rientro
dell'Amore che bussa alla porta
e se non bussa la distrugge
a sognare quei cieli ed oceani
ascoltando gli Interpol
in un giorno di meta' luglio
quassu'
dove sono tornato
e da dove ripartiro'

sabato 31 maggio 2008

El Coyote y La Tequila

Agave blu
che inondi di alchol
questo pueblo fantasma
terre secche assetate
in un caldo stancante
strade vuote spettrali
e prive di luce
carri disarmati che trascinano corpi
uomini in divisa che puntano mitra e kalashnikov
terra sudata e gente passante
in via d'estinzione
si mangia e si suda
si uccide e si prega
Agave blu
magica pianta
da cui nasci tu
madonna di guadalupe
santina nera
speranza di un pueblo
che proprio non sa
che fine hanno fatto
quelle antiche rovine
in cui un uomo si perde
in cui un uomo ritrova
un pezzo di se
mi giro nel letto
vorrei uscire stasera
fose anche l'ultima volta
portami via
guidami in spazi
che non hanno ne' fine ne' tempo
cavalca la strada
che brucia di asfalto
portatori di acqua e di gas
si alternano a giorni
a raccoglitori di rifiuti
bambini per strada che vendono santi o lavano vetri
si alternano a cani randagi che abbaiano stanchi
o si lamentano feriti
mercati vestiti quei buffi signori
che suonano musiche
e le macchine che scorrono e ricorrono
mentre a sinistra una villa si assicura la propria ricchezza
e sul lato destro un odore di marcio
manda in malora la povera casa a 2 piani
si uccidono uomini bestie e animali
si uccidono scarafaggi, noia e pensieri
si fissa il sole
e si resta accecati
Agave blu
guardando piu' giu'
tu non ci sei piu'

Guadalajara, 10.45am

martedì 27 maggio 2008

Salida

Guadalajara, ore 5.39 p.m.
Salida. In spagnolo significa 'uscita'. Quando esci a fare un giro per le strade di questa citta' degli Stati Uniti Messicani, puoi imbatterti in diversi scenari: ogni 300 metri trovi comunque un centro commerciale che ti protegge e ti droga di consumismo. Se ti va bene, incroci bambini o vecchi che ti si piantano davanti a te con un santino in mano chiedendoti di comprarlo per pochi pesos. O peggio ancora, puoi anche non accorgerti che un pitbull randagio sta camminando proprio dietro di te, attraversando il tuo stesso marciapiede. O magari incroci un negozio di animali che tiene letteralmente sotto tortura costante povere bestiole dentro microgabbie, nell'arsura e nel caldo di questo stato estremo, e se nessuno li compra non ci pensano 2 volte a farli a pezzetti e mangiarseli. Se poi sali sull'autobus meglio tenersi stretti alle maniglie, visto che il limite di velocita' soprattutto dagli autisti di autobus, qui non e' riuspettato, e gli incidenti sono frequenti. Ma non e' tutto da buttare una volta che esci per fare un giro in questa citta'. Ci sono ciminiere e costruzioni di industrie chimiche che intasano l'aria di questi oltre 1500 metri di potenziali tumori o intossicazioni invisibili . Meglio consolarsi in uno dei chioschi che vendono pollo fresco accerchiato da mosche, vespe e zanzare, oppure refrigerarsi con un taco e una birra indio, che almeno e' fresca ma senza mosche. Pero' se poi ti guardi intorno ti accorgi che questa desolazione che circonda l' ambiente ti rende piu' umano, facendoti entrare in contatto con l'estremo limite che ci attraversa . L'apparenza crolla davanti all'essenza. Stare in casa, al riparo, in una citta' moderna o cosiddetta ricca, avere un'apparente stabilita' di vita e' solo un voler nascondersi e fuggire dall'estrema involuzione che circonda la nostra specie. Osservare troppo a volte fa male. Soprattutto se si osserva lasciandosi coinvolgere. Il sano distacco servirebbe sempre. Ma non semrpe si riesce ad averlo. Ultima settimana di Messico, questo primo periodo sta per terminare. Ma a discapito dei santini, delle mosche e degli scarafaggi,de Chivas Guadalajara e della m.a.r.a.(la mafia meso-sudamericana), dell'acqua che non si puo' bere che altrimenti muori, delle autostrade strette prive di illuminazione (quanti comfort vogliamo avere, noi europei!), dei cani randagi abbandonati per strada o seviziati e torturati nei negozi per esporli al pubblico affamato di quattrozampe che si crede superiore alla razza animale, a discapito dei clacson e della musica assordante che fuoriesce dalle macchine di altra epoca di questa citta', a discapito del'apparente cordialita' messicana, a discapito dei tacos, della birra indio e dei poliziotti che girano armati di mitragliette tipo kalashnikov; a discapito dei narcotrafficanti e dei cartelli che controllano questa zona, il Messico e' la terra estrema da cui ricominciare e rimettere in gioco le proprie false certezze che ci costruiamo per sederci comodi sulla poltrona della nostra vita. Questa citta' ha molto piu' di tutto questo. Ha una radice che mi appartiene. In questa citta' il lavoro lo trovi in un attimo. E pagato bene. Mica come da noi 'evoluti'. E ancora e' attivo l'artigianato. In questa citta' puoi vivere in una casa per soli 200 euro al mese. Puoi prendere l'autobus e andare in centro a comprare libri od oggetti di artigianato per poco. Non manca l'elemento esoterico qui. Certo, guai ad andare in giro per le avenidas (strade) di questa citta' con una bottiglia in mano, altrimenti rischi il carcere. Ma una volta uscito da questa citta' ti viene voglia di rientrarci. Una volta uscito da questa terra, inesorabilmente, ci ritorni.

sabato 24 maggio 2008

panoramica






Benicio del Gato

Guadalajara, 11.43 am
Benicio e' un gatto nero. Benicio e' un gatto nero nato sotto il segno dello Scorpione. Diffida da subito degli umani percio'. E fa bene. Benicio quando ha fame o quando vuole farsi coccolare te lo dimostra miagolandio insistentemente. Benicio ha gli occhi gialli come la luna piena. Benicio e' una pantera. Benicio e' solito prendere il sole sul piccolo terrazzo di casa. Benicio, appena vede una cucaracha, uno scarafaggio grosso che esce dai buchi di casa muovendosi velocemente, lo agguanta con la zampa, se lo mette in bocca, lo stordisce e poi, gli da' il colpo finale. Benicio e' , con Ana, l'altra anima che mi ospita in questa casa. E dopo i primi giorni di diffidenza, ora a Benicio gli sto simpatico.

Chapala - Strade (e spiagge) perdute
























Guadalajara,11.16 am.



Ad un'ora da questa citta' in cui mi trovo ormai da 2 settimane, si arriva a Chapala, villaggio circondato da un immenso lago di acqua dolce, che a vederlo sembra un mare. Per arrivarci si attraversano 60 minuti di strade al limite della realta' , in cui desolazione, aridita', poverta' e affascinante senso dell'abbandono riempiono l'asfalto di questa regione. E' facile perdersi, le strade sono identiche,piene di buche e di macchine pronte a sorpassarti senza scrupoli;



da queste parti le autostrade non hanno nulla a che vedere con le comode e piu' o meno sicure carreggiate europee: se non stai attento rischi di finire fuori strada, o peggio ancora di investire un pedone o un cavallo di passaggio. Percorrere queste strade della terra di nessuno di notte e' un rischio altissimo, non ci sono ne' luci e ne' lampioni per decine di kilometri. Se si cerca una scarica di adrenalina surreale e se si vuole mettere in gioco ogni sicurezza allora e' il posto giusto per esercitarsi. Giovedi' sono stato a Chapala con Ana, una preziosa anima di Lisbona che mi ospita qui a Guadalajara. Era lei a guidare, io ho solo goduto del surreale cammino che queste strade ti fanno vivere. Chapala, oltre ad essere famosa per il suo lago che sembra un mare, e' nota per le terme, per il tramonto che colora il cielo di rosa ma anche per l'incredibile indifferenza tra degrado e ville turistiche, tra bidonville e case straricche. Ovviamente non ho potuto fare a meno di provare le acque termali di questo centro, e per un'ora e mezzo ho immerso il mio corpo per rigenerarlo dalle impurita' metropolitane e per nutrirmi dell'elemento che mi appartiene, l'acqua. Il ritorno in macchina, al buio completo della desolazione di queste strade della terra di nowhere mi ha ricordato un film di David Lynch, Lost Highways, strade perdute. Adrenalina e anche un po' di fifa pure. Ne e' valsa la pena. Arrivato a casa, ero cotto. Ma strafelice. Perche' con un niente puoi ottenere il paradiso, anche se solo per un istante. Chissa' , forse ci ritornero' a Chapala. Tanto non saro' io a guidare.



hasta luego




mercoledì 21 maggio 2008

Mani in Alto

Guadalajara, ore 7.13 pm
E' giovane come citta', Guadalajara. Fondata intorno alla meta' dell'800, ha praticamente nulla dei colossali monumenti delle civilta' che millenni di anni fa' popolarono questa 'lingua' che divide gli Stati Uniti dal Sudamerica. Pochi monumenti, molte industrie e centri commerciali: Guadalajara sembra la Milano del Messico, attraversata da strade larghe che sembrano infinite, spazio per corridori senza scrupoli che tanto le regole non ci sono e nessuno ti fara' niente se vai piu' di 200 a l'ora. Fa piu' caldo che a Milano qui pero', e non c'e' la nebbia. Ma molta arsura, un caldo secco a piu' di 1500 mt di altezza. C'e' chi va in giro con maschere per non perdere ossigeno, c'e' chi non gliene frega nulla, ma tappezza la propria casa di santini madonne, gesu' cristi, ricordandoti che, da qualche parte loro ci guardano e guai a copmportarsi male. Evidentemente non guardano bene. Ogni 300 mt si possono vedere sfrecciare potenti suv neri con a bordo i narcotrafficanti dei cartelli che controllano questa citta' e questo Paese, accompagnati dalle puttanelle di turno. Oppure strade stracolme di viados pronti a bloccare la macchina nel bel mezzo del traffico e nel bel mezzo della strada. Estremo il Messico.
Poco piu' distanti si notano pitbull sciolti che camminano randagi per strada, pronti per essere divorati nella prossima gara clandestina. Tra un'avenida e una calle si scorgono palazzoni popolari, nonostante la zona in cui abito sia considerata medio borghese. Tutto costa poco, che paradiso per noi europei. Le donne messicane hanno i baffi e non si radono, vuole la leggenda. A volte e' vero. Gli uomini, se non sono vestiti da mariachi (i suonatori di chitarra messicani che su commissione compongono serenate in onore dell'amante rifiutata), indossano la maglia a strisce rosso bianche del Chivas Guadalajara, il club per il quale qui vanno quasi tutti matti. E' un po' come l'italia, il Messico. Almeno questa parte vista finora: senti parlare di calcio, tequila, belle donne, discoteche dove passare il fine settimana e macchine. E le macchine sono una meraviglia. Di quelle che vedi solo nei telefilm.Americani.
Non c'e' spazio per Aztechi, Toltechi, Olmechi e Maya in questo posto di quasi 8 milioni di abitanti. Quelle terre sono poco piu' distanti. E se riusciro' ad avere abbastanza denaro ed energia vorrei almeno una volta percorrerle. Se sono qui e' anche grazie a Castaneda. Il sole caliente di questa fetta di mondo non ti lascia scampo fino alle 19, poi si alza un dolce vento, e la sera se esci meglio coprirti se non vuoi andare incontro a spiacevoli starnuti o tonsilliti.
Madonne, cristi, tacos, cerveze, odore di benzina e spacciatori ovunque. Ma anche suonatori di strada, chioschi ripieni divenditori di pollo fresco e un'apparente solarita' nell'animo di questo popolo millenario. Dietro la solarita' a volte si nasconde una certa ipocrisia, una certa superficialita' che nasconde ben altro cinismo e aggressivita'. E l'acqua del rubinetto se la bevi muori. Senza dimenticare che ogni casa e' infestata almeno una volta al giorno dalle cucarachas che non sono danze popolari ma veri e propri scarafaggi.
Ma basta guardare il sole che splende quassu' per perdersi nella magia infinita di tutto l'invisibile che questa terra estrema racconta. E allora no, non siamo in Italia.E allora tuto il resto, puo' essere per un momento dimenticato. Guardando in alto, ma restando coi piedi a terra. Que viva Mexico!E mani in alto!

Guadalajara,stato di Jalisco (Messico): giorno 13.


Respiro, mi muovo, mangio, dormo, guardo, bevo e incontro in questa citta' da una settimana e 5 giorni. Ma prima che i miei occhi vi introducano alle visioni avute finora in questa terra, un piccolo prologo:
7/5/2008: Roma Fiumicino, ore 7 di mattina . Dopo aver messo al sicuro uno zaino a forma di trolley e una chitarra ben custodita, mi imbarco in un aereo Aeromexico destinazione Madrid Barajas. Mi hanno appena accettato un biglietto elettronico Roma-Citta' del Mexico con scalo a Madrid. 2 ore di volo tra la capitale italiana e quella spagnola trascorrono come fossero 2 minuti..Sono gia' a Madrid.Ora devo aspettare altre 3 ore prima di imbarcarmi sull'aereo per Citta' del Messico. Per i miei bagagli non devo preoccuparmi, ci ha pensato la compagnia a farmeli ritirare quando saro' atterrato in Messico.
Arrivano le 14.30, dopo aver ritirato la carta turistica che dovro' compilare se voglio restare in messico senza avere problemi, mi imbarco sul volo piu' lungo che abbia mai fatto in 28 anni di vita: Madrid-Citta' del Messico: ovvero 12 ore di trasvolata oceanica con arrivo previsto per le 19.15 locali (tra Europa e Messico ci sono 7 ore di fuso orario).
Il volo l'ho trovato a fine febbraio, in offerta per soli 552 euro, andata e ritorno tutto compreso.Impossibile non prenderlo. Ma prima di trovare questo biglietto, ero quasi convinto di andare a Santiago de Compostela, in spagna. Piacevoli circostanze impreviste hanno fatto si che cambiassi rotta. Le piacevoli circostanze in questione sono un libro ('l'arte di sognare' di Carlos Castaneda'), un incontro inaspettato e l'interesse per i simboli dei popoli che anticamente abitarono da queste parti.
Il volo da Madrid a Citta' del mExico dura mezza giornata, ad un'altezza di oltre 10000 mt; in aereo si possono guardare film in spagnolo (ma solo uno e'decente), ascoltare musica in cuffia (pop messicano, o alla meglio uno pseudo rock latino), mangiare paella conservata in vaschette di plastica, tonno, pasta fredda, caffe' istantaneo, bere birra oppure acqua.Il tutto e' compreso nel prezzo del biglietto.
Sono l'unico italiano presente. La cosa non mi dispiace. Sentir parlare i paseggeri intorno a me uno spagnolo stretto non mi fa capire nulla e aggiunge ancora piu' un tocco di surrealta' al viaggio.
ore 19.30: arrivo a mexico city: nella fase d'atterraggio, finalmente dopo molte ore posso scorgere Citta' del Messico dall'alto di dove mi trovo: non si vede limite, non si vede confine, questa citta' dall'alto sembra non finire mai.E'immensamente grande.Si atterra.Dopo le formalita' di dogana e controllo pasaporti (molto piu' discrete che in italia e in germania) , entro nell'aeroporto, un edificio freddo, bianco grigio, moderno. Ma grande. Passero' la notte la' perche' la mattina seguente mi aspetta un volo per Guadalajara, dove soggiornero' fino al 4 giugno, data prevista del ritorno in aereo. La notte la passo sveglio fino alle 2 di notte. dopo aver mangiato una pizza messicana (che e' tutto tranne che una pizza). Sono moderatamente stanco. Ma di dormire non c'e' verso. Mi sembra di non aver mai lasciato l'italia. A parte la lingua e il colore piu' scuro della pelle di questa gente, il resto sembra Italia. Odio ogni forma di patriottismo e di nazionalismo, pero' mi sento a casa. E non saprei dire ancora oggi se e' una bella o brutta sensazione. La notte, mentre aspetto il giorno seguente all'interno dell'aeroporto, mi si avvicina un tipo argentino, non avra' neanche 30 anni: mi dice che Buenos Aires e' pieno di 'goda' ('fica' in spagnolo) , e che sta andando a Cancun perche' c'e' sempre festa e ci si diverte sempre, oltre ad essere, anche la' pieno di 'goda' (ma a detta sua le argentine sono le migliori al mondo). Gli sorrido, chiedendogli se oltre all'abbondanza di goda, a Buenos Aires c'e' anche abbondanza di lavoro.Stavolta non risponde con la stessa sicureza di prima. . Gli auguro buona fortuna e gli offro una sigaretta del mio tabacco Pueblo. Arriva anche un Cileno che torna a Guadalajara, dove vive. A lui della 'Goda' sembra non interessargliene granche'. Ha l'aria molto piu' saggia.E parecchio piu' stanca della mia. E i tratti di un indio. Cala la notte. dormo 2 ore. Alle 6 di mattina sono in piedi e con occhi semiaperti per fare il check in e prendere l'aereo per Guadalajara. tempo di volo: 1 ora .E dalle 8 di mattina di giovedi' 8 maggio 2008 sono qui. nella capitale dello stato di Jalisco. Nella capitale della tequila e dei mariachi.Ma anche dei cartelli del narcotraffico, dell'acqua che non si puo' bere e di Nossa Senhora de Guadalupe..12 giorni di Guadalajara.
ed ora, un blog per raccontarvela.E per raccontarvi i viaggi del Pesce Zingaro, piacevolmente perso tra il Tonal e il Nagual di questo stato mesoamericano.