mercoledì 21 maggio 2008

Guadalajara,stato di Jalisco (Messico): giorno 13.


Respiro, mi muovo, mangio, dormo, guardo, bevo e incontro in questa citta' da una settimana e 5 giorni. Ma prima che i miei occhi vi introducano alle visioni avute finora in questa terra, un piccolo prologo:
7/5/2008: Roma Fiumicino, ore 7 di mattina . Dopo aver messo al sicuro uno zaino a forma di trolley e una chitarra ben custodita, mi imbarco in un aereo Aeromexico destinazione Madrid Barajas. Mi hanno appena accettato un biglietto elettronico Roma-Citta' del Mexico con scalo a Madrid. 2 ore di volo tra la capitale italiana e quella spagnola trascorrono come fossero 2 minuti..Sono gia' a Madrid.Ora devo aspettare altre 3 ore prima di imbarcarmi sull'aereo per Citta' del Messico. Per i miei bagagli non devo preoccuparmi, ci ha pensato la compagnia a farmeli ritirare quando saro' atterrato in Messico.
Arrivano le 14.30, dopo aver ritirato la carta turistica che dovro' compilare se voglio restare in messico senza avere problemi, mi imbarco sul volo piu' lungo che abbia mai fatto in 28 anni di vita: Madrid-Citta' del Messico: ovvero 12 ore di trasvolata oceanica con arrivo previsto per le 19.15 locali (tra Europa e Messico ci sono 7 ore di fuso orario).
Il volo l'ho trovato a fine febbraio, in offerta per soli 552 euro, andata e ritorno tutto compreso.Impossibile non prenderlo. Ma prima di trovare questo biglietto, ero quasi convinto di andare a Santiago de Compostela, in spagna. Piacevoli circostanze impreviste hanno fatto si che cambiassi rotta. Le piacevoli circostanze in questione sono un libro ('l'arte di sognare' di Carlos Castaneda'), un incontro inaspettato e l'interesse per i simboli dei popoli che anticamente abitarono da queste parti.
Il volo da Madrid a Citta' del mExico dura mezza giornata, ad un'altezza di oltre 10000 mt; in aereo si possono guardare film in spagnolo (ma solo uno e'decente), ascoltare musica in cuffia (pop messicano, o alla meglio uno pseudo rock latino), mangiare paella conservata in vaschette di plastica, tonno, pasta fredda, caffe' istantaneo, bere birra oppure acqua.Il tutto e' compreso nel prezzo del biglietto.
Sono l'unico italiano presente. La cosa non mi dispiace. Sentir parlare i paseggeri intorno a me uno spagnolo stretto non mi fa capire nulla e aggiunge ancora piu' un tocco di surrealta' al viaggio.
ore 19.30: arrivo a mexico city: nella fase d'atterraggio, finalmente dopo molte ore posso scorgere Citta' del Messico dall'alto di dove mi trovo: non si vede limite, non si vede confine, questa citta' dall'alto sembra non finire mai.E'immensamente grande.Si atterra.Dopo le formalita' di dogana e controllo pasaporti (molto piu' discrete che in italia e in germania) , entro nell'aeroporto, un edificio freddo, bianco grigio, moderno. Ma grande. Passero' la notte la' perche' la mattina seguente mi aspetta un volo per Guadalajara, dove soggiornero' fino al 4 giugno, data prevista del ritorno in aereo. La notte la passo sveglio fino alle 2 di notte. dopo aver mangiato una pizza messicana (che e' tutto tranne che una pizza). Sono moderatamente stanco. Ma di dormire non c'e' verso. Mi sembra di non aver mai lasciato l'italia. A parte la lingua e il colore piu' scuro della pelle di questa gente, il resto sembra Italia. Odio ogni forma di patriottismo e di nazionalismo, pero' mi sento a casa. E non saprei dire ancora oggi se e' una bella o brutta sensazione. La notte, mentre aspetto il giorno seguente all'interno dell'aeroporto, mi si avvicina un tipo argentino, non avra' neanche 30 anni: mi dice che Buenos Aires e' pieno di 'goda' ('fica' in spagnolo) , e che sta andando a Cancun perche' c'e' sempre festa e ci si diverte sempre, oltre ad essere, anche la' pieno di 'goda' (ma a detta sua le argentine sono le migliori al mondo). Gli sorrido, chiedendogli se oltre all'abbondanza di goda, a Buenos Aires c'e' anche abbondanza di lavoro.Stavolta non risponde con la stessa sicureza di prima. . Gli auguro buona fortuna e gli offro una sigaretta del mio tabacco Pueblo. Arriva anche un Cileno che torna a Guadalajara, dove vive. A lui della 'Goda' sembra non interessargliene granche'. Ha l'aria molto piu' saggia.E parecchio piu' stanca della mia. E i tratti di un indio. Cala la notte. dormo 2 ore. Alle 6 di mattina sono in piedi e con occhi semiaperti per fare il check in e prendere l'aereo per Guadalajara. tempo di volo: 1 ora .E dalle 8 di mattina di giovedi' 8 maggio 2008 sono qui. nella capitale dello stato di Jalisco. Nella capitale della tequila e dei mariachi.Ma anche dei cartelli del narcotraffico, dell'acqua che non si puo' bere e di Nossa Senhora de Guadalupe..12 giorni di Guadalajara.
ed ora, un blog per raccontarvela.E per raccontarvi i viaggi del Pesce Zingaro, piacevolmente perso tra il Tonal e il Nagual di questo stato mesoamericano.

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